Arrivo del Primo ministro Pontificio

Arrivò verso il tramonto il Cardinale Giovanni Bertone con la sua carrozza di legno di frassino.

Scese con la Sua scorta e domandò del Gran Ciambellano agli uscieri. Due alabardieri lo guidarono silenziosamente nelle buie sale. Lo fecero sedere su una panca finemente intarsiata e gli dissero di aspettare..

Valerio era concentrato su alcune pergamene, quando Baldassarre bussò alla porta annunciando una visita. Con un cenno il Gran Ciambellano indicò che era disponibile, ed in attesa dell'ospite riordinò la scrivania.
Si presentò un prelato, e Valerio lo invitò a sedersi.
"Buongiorno eccellenza! Posso gentilmente chiedervi chi siete? Purtroppo per la fretta ho scordato di farVi annunciare... inoltre quali motivazioni vi conducono in questo castello?"

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A monsignor Edoardo Borromeo Galli, presente al Castello presso l'ambasciata riservata alla Chiesa Aristotelica nel Ducato, giunse in tutta fretta l'annuncio che alle porte del Palazzo Sforzesco fosse giunto il Primo Ministro Pontificio.

Bizzarro, penso' io non ne sapevo nulla... Eppure sono Arcivescovo qui a Milano da alcuni mesi e conosco il Primate dello SRING, mio cugino Ennio Borromeo Pelagio...

Ed attese che la situazione si facese piu' chiara, dirigendosi alle porte del Castello.

Il Cardinale si alzò rassettandosi la lunga tonaca rossa e fatte le dovute riverenze parlò chiaro delle sue intenzioni e quelle del Santo Padre.

"Eccelso Gran Ciambellano ,vengo dallo Stato della Chiesa su richiesta diretta del Santo Padre Sua Santità Niccolò III per intraprendere relazioni diplomatiche con Sua Eccellenza il Duca e per distruggere l'eresia che si annidia nei villaggi di frontiera del Ducato, riportando la Chiesa Cattolica Romana in tutta la regione."
Fece per risedersi,quando aggiunse:"Sarebbe molto gentile da parte Vostra investirmi della carica onoraria di Emissario,in modo da favorirmi la circolazione nel castello."
Così si risedette facendo riposare le vecchie ossa e aspettando una risposta.

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Monsignor Edoardo giunse appena in tempo dall'interno alle porte del Castello ed ebbe modo di sentire nominare tale "papa Niccolò III", associato ad una fantomatica "Chiesa Cattolica Romana".

Tsk tsk tsk! disse giungendo di fronte allo strano figuro Figlio della Creatura Senza Nome! Che e' codesto inganno che voi perpetrate di fronte alle autorita' del Ducato Aristotelico di Milano? Pussa via, servitore dell'eresia! Non esiste alcun Papa col nome teste' pronunciato, ma soltanto il Nostro Santo Padre Eugene V, il quale ha demandato, tramite il suo Camerlengo e gli Arcivescovi gia' eletti, che fossi io qui a rappresentare la Santa Chiesa che e' Aristotelica, sull'esempio dei DUE Profeti, Aristotele e Christos!

Noo guard nu poc...secondo te chi ci stava alla cattedra si San Pietro? Niccolò III Borgia -.-" Fatti un ripasso di storia.

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Lo sentite anche voi, Ciambellano? disse l'Arcivescovo rivolto all'autorita' d'accoglienza del Consiglio.

Ne avete ascoltata bene la voce? Vi siete accorto che cambia toni e pronunce discorso facendo? E' sicuramente opera della Creatura Innominabile che lo ha inviato a creare scompiglio in queste terre aristoteliche! fece ulteriormente notare.

Ma egli pecca di presunzione, nel pensare di stravolgere la Storia e rivoltare le cariche ecclesiali costituite. Vi chiedo pertanto di far richiesta per rinchiudere il suddetto, fintanto che non svelera' i motivi dell'inganno che sta perpetrando.

Valerio, seduto dietro la sua scrivania, aveva assistito allo scambio di battute fra i due uomini. Dopo aver riflettuto per un istante, in cui il silenzio e` pesato come un macigno, disse:
"Messere, forse non vi rendete conto di cosa state facendo. Denigrare la Santa Chiesa Aristotelica e` molto grave. Il Ducato di Milano e` un Regno Aristotelico, ed in quanto tale protegge e collabora con Sua Eccellenza l'Arcivescovo. Sarete dunque rinchiuso nelle segrete del Castello, fintantoche` non si giungera` ad una decisione sul vostro atteggiamento. Per cominciare sarebbe opportuno se chiedeste scusa a S.E., pregandolo di dimostrarsi clemente di fronte a voi..."

Impassibile rispose così all'Arcivescovo che cercava di farlo cadere in disgrazia
alors mon amivoi forse non conoscete il motto di Famiglia. Ebbene ve lo dirò ora:Libertas et Virtus.
Significa libertà e coraggio. Non potete togliermi la libertà,la linfa vitale di ogni uomo. Senza libertà non c'è esistenza. Non chiederò perdono per nessun motivo, non implorerò pietà e non mi umilierò di sicuro davanti ad un Discepolo di Satana.
Solo in questo punto il suo volto assunse un espressione di rabbia,ma che subito svanì.
Mi inginocchierò soltanto davanti all'Altissimo!

Aggiunse -"La pronuncia che cambia",signor Arcivescovo,è dialetto Napoletano.-
-Se c'è libertà di credo,io crederò alla mia di religione,voi alla vostra.

ok,mi sono divertito abbastanza.Ora si fa seriamente.Che si fa di bello in codesto forum?

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Eleirbag I ha scritto:: ok,mi sono divertito abbastanza.Ora si fa seriamente.Che si fa di bello in codesto forum?

Ah, vile marrano, prendersi gioco della Chiesa Aristotelica inventandosi dottrine non consone! disse l'Arcivescovo Ho fatto bene a consigliare la detenzione finche' non chiedesse scusa...

[OFF GDR]Questo forum permette di "interpretare" la vita al Castello del Ducato di Milano, in particolare ruolando quello che non puo' essere fatto e conservato sui forum ufficiali del gioco...[/OFF GDR]

mmmm..ok

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