Arrivo di un ambasciatore fiorentino

Era molto freddo quando Cangrande arrivò alle porte del Castello di Milano. Appena giunto di fronte al grande portone subito gli vennero in mente le giornate passate nella cancelleria milanese a lavorare per il Ducato.
Dopo tanto tempo tornava, ma questa volta al servizio della Repubblica fiorentina, per dare il suo contributo alle trattative di pace con la Repubblica di Siena.
Si presentò quindi alla guardia all'ingresso:

Soldato, sono l'ambasciatore Cangrande III della Scala, Barone di Ripafratta. Chiedo che mi venga dato l'accesso presso la sala ove si tengono le trattative tra Firenze e Siena, sono atteso.

Detto ciò attese di poter entrare...

Dopo aver aspettato tutto il giorno, intirizzito dal freddo per essere stato fuori, chiese alla guardia se potesse indicargli una taverna dove poter passare la notte al caldo... Il soldato gli indicò la taverna "Il Boccale dell'ambasciatore", garantendogli lenzuola pulite e un pasto caldo a pochi ducati.
L'ambasciatore si recò quindi verso la locanda, sperando di aver maggior fortuna il giorno seguente...

Wuendalina arrivò tardissimo al Castello, la terribile nevicata di quei giorni l'aveva bloccata nella sua città natale, Alessandria.
Ad attenderla all'ingresso vi era Paolino, il suo fedele valletto. Sembrava agitato perchè continuava a sfregarsi le mani e ad andare avanti ed indietro, solo quando la fide si rilassò e corse ad accoglierla.

"Mia Signora, cominciavo a temere per voi, sono due giorni che non abbiamo vostre notizie!"

disse accigliato

la donna si spolverò il mantello coperto di fiocchi neve dopodiché disse imbarazzata

Oh Paolino sapessi, anche io ero in ansia per non potermi mettere in contatto con voi, ma purtroppo questa forte nevicata ha reso impercorribili le strade, pensa che ad Alessandria vi erano ben cinquanta centimetri di neve! Eravamo tutti bloccati sfortunatamente, solo stasera son riusciti a liberare la strada per Milano ed eccomi qui!

sorrise mentre il valletto srotolava la sua solita pergamena dove elencava tutti i messaggi per lei

Gran Ciambellano, in questi giorni è giunto un ospite importante che ha premura di colloquiar con voi, è l'Ambasciatore fiorentino Cangrande III della Scala! Vi ha atteso finora nella sala delle Asse, poi stanco ha deciso di andare alla taverna del Boccale dell'Ambasciatore, se vi sbrigate potreste trovarlo ancora!

Wuendalina non perse dunque tempo, si levò svelta il mantello e lo diede a Paolino e poi si diresse alla taverna...

Eccellenza Cangrande

disse cercandolo nell'ampio locale

il taverniere notando il volto teso del Ciambellano, le sorrise indicando un uomo ben vestito, seduto ad un tavolo della taverna. Stava mangiando, gli si avvicinò

Perdonatemi...Eccellenza Cangrande III della Scala?

chiese rossa in volto, al gesto affermativo dell'uomo tirò un sospiro di sollievo e proseguì

Sono Wuendalina Pucci Guerra il Gran Ciambellano, perdonatemi per la lunga attesa che vi ho fatto patire...sono costernata, purtroppo la forte nevicata non mi ha permesso di essere qui a svolgere i miei compiti

poi rivolgendosi al taverniere

Adelmo, per favore il miglior vino della cantina per il nostro Ospite!

si sedette al tavolo dell'Ambasciatore

L'ora è tarda è sono sicura che in questo momento non desideriate null'altro che finire di desinare per poi andare a riposare, però se permettete, prima di andare a dormire vorrei mostrarvi gli Uffici della vostra Ambasciata.
Per i dettagli su tutto il resto, credo sia opportuno parlarne domani con calma...

sorrise ancora mentre il taverniere versava ad entrambi il profumato vino rosso...poi una volta che l'uomo ebbe terminato di cenare, Wuendalina lo accompagnò agli Uffici fiorentini

Cangrande stava ancora finendo di gustare la celeberrima cotoletta che tanto gli faceva ricordare i suoi trascorsi a Milano, quando sentì una voca che lo chiamava. Si girò e vide una gran dama, un po' affannata, che si dirigeva verso di lui.
Si presentò come Gran Ciambellano del Ducato di Milano, e lo invitò subito al castello.
L'ambasciatore era un po' stanco, ma il suo desiderio di mettersi all'opera al più presto lo spinse a seguire la dama.
All'interno del Castello il Gran Ciambellano Wuendalina Pucci Guerra lo accompagnò all'ufficio dell'ambasciata fiorentina, e l'ambasciatore la seguì con molto interesse, ma aggiunse:

Vostra Eccellenza,

mi scuso perché probabilmente non mi sono spiegato chiaramente. Il ruolo di ambasciatore fiorentino presso il vostro Ducato è ancora del mio stimatissimo collega Nicolas. La mia presenza qui è dovuta al mio essere ambasciatore fiorentino per la Repubblica di Siena, e dovrei raggiungere la sala ove si stanno tenendo le trattative di pace tra la Repubblica fiorentina e la Repubblica di Siena.
La ringrazio per la sua disponibilità anche ad ora così tarda...

Wuendalina sorrise dolcemente e poi rispose

Eccellenza Cangrande, sono io che mi devo scusare perchè probabilmente ho dato adito a fraintendimenti. Ho capito perfettamente a cosa vi riferivate non temete, ma prima di darvi le chiavi di quella stanza debbo attendere le autorizzazioni da entrambe le parti ivi riunite, per questo vi ho domandato di attendere domani.

Purtroppo se fossi giunta prima non avrei dovuto chiedervi ancora di attendere, vi chiedo umilmente perdono e vi assicuro che entro domani vi saprò dire qualcosa a riguardo!

poi avvicinandosi all'antico scrittoio presente nell'Ufficio fiorentino disse

Ho piacere di darvi l'accesso a queste stanze, perché può esservi utile anche per altre ragioni, come ad esempio per chiedere aiuto in caso di necessità particolari...qui mi troverete sempre a vostra più completa disposizione Eccellenza!

La ringrazio eccellenza, e mi scusi per aver equivocato. Se non le spiace attendo le autorizzazioni qui accanto al camino... Vorrei scaldarmi un po'...

Assolutamente non mi dispiace, anzi, se permettete Eccellenza rimarrò volentieri a farvi compagnia, appena ci saranno novità il mio valletto verrà a comunicarcele subito!

Di certo la vostra compagnia è gradita. Manco molto da Milano e anche il Castello ha subito numerosi cambiamenti, ma un po' di nostalgia la sento tutt'ora... In fondo a quel corridoio c'era il mio ufficio, dove ricevevo i dispacci dalla Borgogna e dal Bourbonnais Auvergne, e da quest'altra parte l'allora Gran Ciambellano Claudis passava le ore a leggere e rileggere trattati e documenti vari... Mi scusi se le racconto queste cose, probabilmente non è interessata, ma questi luoghi mi fanno tornare alla mente tanti bei ricordi...

Ah Messere, come vi comprendo...il vecchio Castello manca moltissimo anche a me.
Ho iniziato lì il mio incarico da ambasciatrice ed ero affezionata alla cancelleria, per non parlare di ciò che custodiva!
Adoravo rileggere gli scritti dei passati Ciambellani, i vecchi documenti ed i trattati...purtroppo con il trasloco abbiamo perso un'importante memoria storica.

la dama ritornò con la mente alle parole del famoso Arlecchino che leggeva sempre con interesse e piacere nella biblioteca del vecchio Castello, aveva imparato tanto da ciò che aveva letto dalle sue pergamene e il pensiero di non poterle più rileggere non poteva che rattristarla.

Prese la brocca del vino e riempì il bicchiere quasi vuoto dell'Ambasciatore

Abbiamo cercato di far del nostro meglio costruendo il nuovo Castello, cercando di apportare tutte le migliorie che nell'altro non potevano essere effettuate - sospirò - ma la memoria storica ahimè era impossibile riportarla.

Madama trovo che questo Castello sia molto ben concepito e congegnato, e permette di avere dei servizi che quando lavoravo qui io non si trovavano, come la taverna ad esempio.
Mi sono permesso anche di curiosare nelle varie stanze pubbliche, e molto interessante ho trovato la biblioteca con la storia del Ducato di Milano... ancora complimenti quindi per il vostro lavoro, e che il Ducato di Milano sia per tutte le provincie italiche la guida, come lo è sempre stato!

Eccellenza vi ringrazio per le vostre belle parole, sono davvero contenta che il Castello vi piaccia

sorrise all'uomo

poco dopo giunse un valletto di corsa, si avvicinò all'orecchio del Ciambellano e dopo aver comunicato ciò che doveva fece una riverenza e se ne andò da dove era venuto

Messer Cangrande, mi è stato appena riferito che siete stato ammesso nella Salone degli Arazzi

si alzò

se volete seguirmi vi accompagnerò personalmente alla riunione, da questa parte...

Vi ringrazio Eccellenza, vi seguo volentieri...

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