festa di natale/ christmas party

Alberto entrato nella sala destinata alla festa, notò che di lavoro da fare ce n'era molto. Come sapeva la stanza era abbandonata da più di un anno dopo l'ultima festa, e sapendo questo si portò con se, oltre alle varie ornamenzioni, anche i vari strumenti di pulizia.

Azzarola, - pensò tra se e se -c'è molto da fare in questa stanza, non si capisce qual'è il soffitto dalle pareti - sorridendo - mi sa che tocca farmi aiutare da qualcuno, e visto che comunque non sono molto bravo nell'adornare sale per la festa penserò a qualche dama, essendo loro brave nei preparativi che potrebbe aiutarmi, ma chi?

Nel mentre inziava i lavori con la porta aperta, notando che da li si vedevano le stanze del consiglio ducale gli venne in mente che una dama l'avrebbe aiutato di certo.
Certo, chiederò a Lisergica - pesò tra se e se

Goffredoooooo- urlò- manda a chiamare Liergica e chiedile se vuole aiutarmi con i preparativi della sala per la festa di natale, corri a chiederglielo.
Goffedo dopo aver ascoltato Alberto corse a trovare la Viscontessa Lisergica

Ma chissà dove sarà andato a trovare la Baronessa; Ah dannati servitori - pensò tra se e se.

Nel mentre aspettava, Alberto iniziò a spolverare, togliendo la polvere dai tovoli e dai quadri appesi alle pareti.

Mamma mia quanta polvere, possiibile che mai nessuno sia venuto a sistemarci? dopo che avrò finito qualcuno mi sentirà perchè non è possibile questo disordine.

Lisergica giunse trafelata al Castello, ma appena vide la sporcizia che regnava nella sala adibita alla Festa di Natale fu lieta di aver portato con sé un gruppo di servitori.
Corse incontro all'amico Messer Bentivoglio e lo rassicurò:

- Amico mio, vedo che siamo messi davvero male.
Comunque... rilassati immediatamente perché ho portato da Castellazzo e da Conzano alcuni dei miei migliori servitori e ti dirò di più... sono anche riuscita a farmi dare dal mio amico Giotir una bella fornitura di vini prelibati, di cui coltivo le uve nei miei feudi e lui ne ottiene un vino squisito, ottimo con le carni rosse che spero avrai provveduto a farti mandare da qualche buon macellaio.

Quindi ricapitoliamo, prima di tutto: pulizia!
A tal proposito ti presento Pancrazio che è il mio servotire più fidato e che è al mio servizio da anni.
Credo che sia bene far sovrintendere a lui i lavori di pulizia, lui conosce benissimo tutti i miei servitori e sa come ottimizzare al meglio il tempo che non è tanto. -

Girandosi verso Pancrazio:

- Pancrazio per favore da te oggi voglio il meglio. Quindi ad esempio, io metterei immediatamente Isotta e Clarissa alla pulizia dell'argenteria e dei cristalli, visto che quelle due fanciulle hanno le mani d'oro.
Poi vedi tu come gestirti ad esempio Matteo e Pantaleone... ecco, quest'ultimo mettilo a spostare solo cose ingombranti perché di più non sa fare... insomma, vedi tu, li conosci anche meglio di me, l'importante è che iniziate subito, d'accordo? -

- Certo, faccio due gruppi e ne metto uno agli oggetti più preziosi e delicati: cristalli, pizzi, trine, tovaglie, posate. All'altro faccio smontare i tendoni e spostare i tappeti che faccio loro prendere aria, sono strapieni di polvere... - disse con sicumera Pancrazio, il quale aveva il pregio di non abbattersi mai.

- Benone e fin qui siamo a posto. Allora Alberto, vieni, io e te intanto ci occupiamo di prendere visione dei festoni che ho portato e dove li vogliamo apporre appena ci si vedrà meglio in questa nebbia di polvere.
Vieni, ti presento anche un'altra persona. -

Lisergica prese sotto braccio l'amico attonito e lo condusse alla carrozza da cui era scesa.

- Messere, potete scendere ora. Ti vedo basito amico mio! Ti presente Mastro Leon Battista, egli è un grande architetto fiorentino, il quale si occupa anche di decorazioni fittizie.
Mi spiego subito: egli riproduce con un miscuglio di carta, acqua e colla di pesce, delle finte architetture o degli scenari a nostro piacimento ed è anche bravissimo nella resa naturalistica, pare non abbia eguali negli Stati Italici dell'Impero. L'ho conosciuto ad Ariminum mentre andavo a San Marino, lui stava lavorando ad un edificio meraviglioso e l'ho letteralmente rapito al Duca di Montefeltro che ha deciso sotto mia pressione di "concedermelo" per questo evento.

Quindi io direi, invece di fare la solita festa con saltimbanchi, giocolieri, guitti e compagnia cantante, di ricreare un'atmosfera "sacra", in modo che vi sia durante la festa un compendio di festa sì certamente, ma nel contempo di rivivere il momento sacro per cui tutta Milano si ritroverà in questa sala.
Mastro Battista ha portato tutto l'occorrente per ricreare in poco tempo delle finte grotte ad esempio, dove potremmo inserire, ovviamente non nella sala dove si mangia ma in quella adiacente, degli attori che interpretino il sacro evento.
Mi piaceva l'idea di coniugare sacro e profano se vogliamo: da un lato, nella sala da pranzo la festa vera e propria che sarà sicuramente più gradita dai Milanesi più giovani e in questa sala, più stretta e meno adatta per i giochi, un momento di "teatro" che però ricordi anche l'avvenimento più sacro dell'anno.

Insomma, ti ho travolto come è mia abitudine, sono sempre un ciclone ovunque io vada, cosa ne pensi?
Noi lasciamo Battista e i suoi lavoranti, che poi sono artisti veri e propri, a ricreare questa soluzione e noi ci occupiamo dei festoni e di istruire i guitti che sono giunti da ogni dove.
Che ne pensi? -

Lisergica fece uno dei suoi sorrisi perché difficilmente accettava un no come risposta e rimase in attesa di un parere, mentre Pancrazio aveva già iniziato a far lavorare gli altri servitori.

Albero nel mentre era intrapreso a pulire, vide arrivare Lisergica con una schiera di persone al suo fianco.
Si avvicinò a lui ed iniziò a illustrare cosa aveva in mente per adornare la sala.

Che ne pensi? - disse Lisergica alla fine

Che ne penso amica mia? penso che come sempre mi stupisci e per questo ti lascio carta bianca su tutto, mi trovi d'accordo sulle tue idee, ma facciamo in fretta che domani arrivano gli invitati - sorridendo

Il cibo ed il resto, è tutto pronto basta metterli sui tavoli dopo che è hanno finito di sistemarli, avevo pensato di metterli adiacenti ai muri.
I cuochi hanno cucinato di tutto e il prosciutto non manca, è arrivato direttamente da Parma.

Per l'architettura lasciamo fare pure al tale persona che hai portato da firenze, sperando che finisce tutto prima dell'arrivo degli invitati.

Arrivata la sera prima della festa, Alberto ritornò nel salone della festa e notò che tutti i preparativi erano pronti.

Ora mancano solo gli ospiti e possiamo iniziare - pensò tra se e se

Lisergica giunse di tutto puntino vestita, ormai mancavano poche ore e non vedeva l'ora di controllare tutto.
Stava raggiungendo Alberto quando sentì una fanciulla che chiedeva:

-che bello, il primo salone che vedo, chissà che divertimento, ma musica e orchestra c'è?-

Lisergica la guardò incuriosita e le si avvicinò.

- Madame non so cosa sia l'orchestra, comunque i musici ci saranno e sono fra i migliori del Ducato, vedrete che vi divertirete moltissimo e che potrete ballare anche tutta la sera, se vorrete ben inteso. -

Le sorrise e poi cercò Albero con lo sguardo, quando lo vide decise di raggiungerlo.

- Con permesso madame, raggiungo il mio amico, spero di rivedervi più tardi. -

La Viscontessa raggiunse il suo adorato e fidatissimo ex Sceriffo, vedendo un'ombra di preoccupazione nei suoi occhi, gli disse:

- Tranquillo Alberto, andrà tutto bene. Il servizio è impeccabile, gli artisti sono pronti, Pancrazio e i servitori a tavola idem, quindi non ci resta che aspettare.

Per infondergli fiducia si appoggiò al suo braccio e gli sorrise piena di gioia.

Trafelato -mai una volta che arrivi puntuale, dannazione!- salii lo scalone d'onore del Castello Sforzesco. A quattro a quattro. Stavo per bussare alla porta del Salone delle Feste quando una mano mi fermò: era uno dei cancellieri del Tribunale. Gli firmai uno scartafaccio, poi mi ricomposi ed entrai.

La sala era uno splendore: la luce di centinaia di piccole lanterne rimembrava una volta stellata, mentre i rami d'abete con cui erano addobbate le pareti rassomigliavano una foresta. Continuando a guardare in alto, entrai nella sala. D'improvviso però mi ricordai che non ero un fanciullino, quindi mi ricomposi, strinsi la cappa di Fiandra e mi avvicinai ad un crocchio di amici, per fargli i miei auguri.

Una volta raggiunta la grande sala, Eloisa si mise un po' in disparte...guardando con interesse tutto intorno a lei, vide entrare il Prefetto con al braccio una splendida dama, e sorrise ad un suo cenno del capo..
La sala era gremita quando vide entrare il Duca, era la prima volta che lo vedeva ed allungò il collo per vederlo meglio...
Lentamente Eloisa si era avvicinata alla grande tavola coperta di piatti ricolmi di cibo...all'improvviso si accorse di avere fame...

Percorsa la guida rossa dell'ingresso, entrò nel vestibolo, si levò il mantello e, posando la mano sul forte braccio di messer Casanova, salì la scala illuminata e adorna di fiori. Il polso batteva cento volte al minuto e il sangue prese a pulsarle forte nel cuore, procedette, sentendosi venir meno per l'emozione e cercando con tutte le forze di nasconderla. Davanti e dietro di loro, come loro in abiti da ballo e parlando a bassa voce, entravano altri invitati. All'arrivo del Duca suo padre, l'accolse con un dolce sorriso inchinandosi con una grazia piena di rispetto. Nel alzarsi notò una graziosa dama un po in disparte, chinò il capo verso di lei accennando un sorriso, per poi portare lo sguardo sul suo accompagnatore, seguendolo all'interno del salone del Castello Sforzesco.