[gdr]Angela degli Orsini Gravina arriva al Castello Sforzesco

Faceva un gran freddo. Angela era abituata al clima più mite della costa tirrenica. Lungo la strada aveva visto molti paesaggi cambiare. Il mare a un certo punto era sparito inghiottito dal susseguirsi di montagne selvagge e, secondo i più, popolate da briganti assetati di sangue.

E poi d'improvviso la piatta pianura, il grande fiume e la strada affiancata da fiumiciattoli.

Era giunta a Milano all'ora del tramonto. Castello Sforzesco la sovrastava. Le fiaccole illuminavano il portone d'ingresso.

Angela scese da cavallo, durante l'ultimo tratto aveva espresso il desiderio di cavalcare. Consegnò Folc a chi di dovere e si avvicinò al portone, non prima di aver scoperto la testa nascosta dalla pellegrina da viaggio.

I miei omaggi. Sono Angela degli Orsini Gravina, vengo dalla Repubblica fiorentina. Dovrebbero già sapere del mio arrivo. E attese un cenno di conferma, prima di continuare.

Vado io vado io!

Erano giorni tutti di corsa, quelli. Il periodo, per Milano, non era dei migliori e l’invasione elvetica non sembrava voler cessare, ma era stata informata dell’arrivo di un membro diplomatico fiorentino alle porte del castello, così vi si diresse di corsa.

Buongiorno Eccellenza, io sono Luna Mya Rinaldi, prego, accomodatevi.

Il portone si aprì e una voce la raggiunse. Riconobbe dalla presentazione Vostra Grazia... Inclinò la testa in segno di deferenza Grazie per l'accoglienza. Onorata di essere qui. Disse accomodandosi. Le era preso un attimo di emozione per spezzare porse la pergamena in cui erano riportate le credenziali.

Spoiler:

Sapeva del momento difficile che quel territorio stava attraversando. Non era stato facile arrivare senza destare sospetti, soprattutto nella popolazione che aveva incontrato.

L’onore é mio Eccellenza, sono felice di avervi qui.
Ecco, seguitemi, ho fatto preparare dal Cancelliere una copia delle chiavi del vostro nuovo studio:
https://castellodimilano.forumattivo.com/t47p475-ufficio-dell-ambasciatore-della-repubblica-fiorentina

Vi ringrazio, Vostra Grazia. E la seguì, riproponendosi di nascondere in luogo sicuro quella preziosa chiave.

Dopo aver provato e riprovato, Angela tornò sui suoi passi. Controllò di avere le chiavi giuste più volte. Per alcuni giorni trovò tutto sbarrato.

Una sera le riuscì di entrare di nuovo nella stanza del primo incontro. Chiedo scusa, ma non ho le chiavi per entrare in ufficio.

Luna sorrise alla donna.

Col tempo abbiamo rifatto le serrature, dovete perdonarci.
Ecco, queste sono le nuove chiavi.

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